#4. PODCAST | Ogni nascita è diversa: il secondo parto di Carlotta | NASCIAMO TUTTI COSI’

Podcast: Nasciamo tutti così
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#4. PODCAST | Ogni nascita è diversa: il secondo parto di Carlotta | NASCIAMO TUTTI COSI'
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Trascrizione episodio 4 podcast “nasciamo tutti così”

Ho scelto di raccontarmi in prima persona oggi, di abbandonare il dietro le quinte di questo progetto e salire sul palcoscenico, perchè credo fortemente nel potefre della condivisione positiva e questa storia ha tanto tanto di bello da lasciare a chi l’ascolterà.

Sono Carlotta ed ho due bambini. Sono una mamma fortunata perchè entrambe le mie gravidanze sono state serene e “da manuale”. Direi che anche i parti sono rientrati nella fisiologia di una nascita, nonostante siano stati molto diversi. Oggi voglio raccontarvi il momento in cui il mio secondo bimbo ha visto la luce, meno di un anno fa, ma per fare questo devo partire da un pochino prima.

Sono la prima di tre figli, vengo da una famiglia che potremmo definire matriarcale, mia mamma ha tre sorelle ,tutte e quattro hanno almeno tre figli. insomma, sono cresciuta avendo ben presente una certa idea di parto. Assolutamente naturale, travaglio spontaneo, veloce per giunta. ecco, la mia prima esperienza è stata molto differente, nonostante conservi comunque un bellissimo ricordo.

Per farvi capire mio marito ,poco prima di scoprire la nostra seconda gravidanza, mi disse “se mi dicessero che il secondo parto sarà come il primo direi, no grazie, sono a posto così, ho sofferto troppo”.

Memore di tante piccole cose che avrei sognato differenti per questa seconda esperienza dopo pochi mesi dal concepimento ho contattato una ostetrica meravigliosa, caso vuole che fosse la stessa che incontrai nel suo ultimo turno da dipendente in ospedale proprio al primo parto, che da qualche anno si era data alla libera professione.

Quando ripenso alla nascita di Lucio non posso che avere conferma di quanto tale decisione sia stata scriminante.

Una presenza importante capace di farmi sentire coccolata prima, attraverso i suoi consigli e le sue dolci visite a casa. Molto tranquilla nel durante una presenza silenziosa e discreta e serena nel post parto.

Insomma tra covid e un trasloco a pochissimi giorni dalla dpp arriva il momento.

Temevo di poter confondere, come feci due anni prima, i segnali che il mio corpo mi dava (mi recai in ospedale un paio di volte a vuoto) e in un momento come quello che abbiamo vissuto ai primi di maggio, appena fuori da un serrato lockdown,insomma.. era meglio evitare.

Ricordo che la notte prima ho dormito poco e male, magico pensare oggi che il tutto fosse collegato affinchè le cose andassero esattamente così. proprio per questo abbiamo deciso di lasciare che Biagio, il mio primogenito, stesse con la nonna. nonna che non appena mi vide disse “ mmm hai una strana faccia ,lo tengo anche a dormire dai”.  Questa cosa della faccia da parto non l’ho mai capita, ma doveva avere ragione.

Quel giorno era il primo di congedo di mio marito, ho un dolcissimo ricordo di noi due che torniamo coppia per una giornata prima di diventare quattro.

Una giornata molto serena, molto normale.

Verso sera sono quasi “dispiaciuta” di aver sprecato l’occasione e continuo a dire “mannaggia era la giornata perfetta per partorire”.

Scherzo con le mie followers su instagram, ceno con una pizza al salame piccante e mi siedo sul divano con mio marito.

Inizio ad avvertire qualche fastidio e decido di proseguire la visione del film sulla palla per gravidanza ( acquistata proprio alla luce delle sette ore passate lì sopra durante il primo travaglio). Nulla di invalidante, anzi.

Provo ad andare a letto ma percepisco l’adrenalina troppo alta per riuscire a dormire. verso le due sveglio mio marito (privo totalmente di adrenalina a quanto pare). “Jacopo vado a fare una doccia, ho una contrazioncina ogni tanto”.

Viene con me.

Ho vivido il ricordo di noi due in quel piccolo bagno, illuminati dalla luce della candela.

L’acqua calda mi aiuta moltissimo a gestire il dolore che si scatena come una tempesta. Una burrasca, onde altissime. qualcosa di completamente nuovo, molto molto diverso dalle contrazioni quasi gentili sperimentate la prima volta.

Dopo un’oretta  le contrazioni sono ormai incalzanti. Jacopo chiama la nostra ostetrica che in pochissimi minuti è accanto a me. Io sono serena, presente a me stessa nonostante in me aleggi la paura di replicare quello che avevo già vissuto, un travaglio lunghissimo ed una dilatazione lentissima.

L’ostetrica al suo arrivo mi visita, 3 cm. La paura in me è sempre più concreta. Un copione già recitato.

Mi sposto in camera da letto, la luce è fioca. Jacopo steso davanti a me non mi toglie mai gli occhi di dosso. Sono ancora seduta sulla mia amata palla, ondeggio assecondando e accogliendo quelle che mi sembrano pugnalate. Vocalizzo, cosa che mai avrei creduto di fare. con le braccia mi appoggio al letto, tra una contrazione e l’altra mi diranno poi di aver dormito. Paola, l’ostetrica, è la mia fata madrina.

Verso le 5  è proprio lei ad accorgersi che sto iniziando a spingere. Mi visita.

Dilatazione completa. Mi rianimo.

Non sento quasi più il dolore. Abbraccio Jacopo e gli dico “amore è finita, ora nasce.” 

Mi dicono che dobbiamo andare in ospedale subito. Il pensiero di percorrere il vialetto di casa e di salire in auto mi spaventa. Paola mi assicura che le contrazioni rallenteranno.

Ricordo l’alba più bella della mia vita vista proprio dal cancello di casa, l’ultima contrazione prima di salire in macchina. Saliamo tutti e tre. Jacopo sfreccia ed io fatico a non spingere. Soffio come se spegnessi una candelina. Una scena surreale, sembra un film. Ma è la nascita del mio bambino, la mia rinascita.

Arriviamo in ospedale, sbagliamo porta d’ingresso. 

Continuo a sforzarmi di non spingere.

Reparto di ostetricia, provano a dirci che non si sa se la sala parto è libera. Paola punta i piedi, sa che ci siamo.

Entro.

Indossavo una gonna lunga grigia, calzini e ciabatte.

Jacopo mi toglie tutti e tre. Sono in piedi.  Finalmente mi lascio andare.

Una spinta forte, potente.

Sfilo le mutande, ancora in piedi.

Un’altra spinta.

Eccolo. 

É solo luce da lì in poi. É solo Lucio.

Alle 5.27 del 7 maggio nasce Lucio. Preso quasi al volo dalle mani della sua mamma e del suo papà.

Nato con la camicia che si sfilerà un secondo dopo da solo, con le sue mani.

Dimostrazione di quanto la natura sia capace, magnifica e grande.

Che dire di questa nascita così emozionante così coinvolgente come quella che abbiamo ascoltato mi sono davvero commossa ad ascoltare le parole di Carlotta perché ho un po’ rivisto anche la mia storia.

Prima di addentrarci nelle riflessioni, vi ricordo che il podcast si fa grazie a voi e alle vostre storie di parto. Se desiderate condividere la vostra esperienza perchè io possa farne un episodio, commentarla con voi e trarne spunto per informare i futuri genitori potete inviarla in forma scritta a storiediparto@gmail.com.

Quello su cui mi vorrei soffermare oggi come Ostetrica per lasciarvi un piccolo commento che possa arricchire le vostre informazioni circa al momento della nascita è la differenza tra vari parti della stessa donna.

Molto spesso si pensa che così come ho partorito il primo figlio partorirò il secondo il terzo quelli che verranno, questa esperienza precedente vissuta dalla mamma quindi influisce sulle sue aspettative sui suoi desideri ma anche sulle sue paure sui timori sui blocchi che possono esserci verso un travaglio è un parto memory di ciò che è stato precedentemente.

Soprattutto in casi di parti di prime parti leggermente complicati o molto lunghi e faticosi insomma un po’ tutte le esperienze hanno dentro di sé un momento in cui c’è stata una particolare fatica può essere l’inizio che non è stato spontaneo magari c’è stata un’induzione

Potrebbe essere la lunghezza perché è un travaglio molto lungo può essere una fatica in fase espulsiva o può essere una lacerazione che ha portato poi delle difficoltà successive ecco questi ricordi questa esperienza pregressa e ciò che la mamma si porta dentro durante le sue la sua successiva gravidanza o le sue successive gravidanze.

Come avete sentito prima durante l’intervista con Carlotta vi ho svelato uno dei miei mantra che mi accompagnano da diverso tempo nella mia pratica Ostetrica e che ricordo a tutte le mamme bis tris eccetera che incontro in Consulenza.

Ogni parto è asse ogni parto è diverso e questo è tanto vero proprio perché ritorniamo un po’ quello che ci siamo detti la settimana scorsa e il bambino che nasce è la sua storia il suo inizio e chiaro passa dal mio corpo e quindi ci saranno delle cose che potranno assomigliare all’esperienza precedente ma è un corpo totalmente diverso quello che partorisce un secondo figlio da quello che ha partorito il primo ma è diverso proprio anatomicamente ci sono delle differenze strutturali sostanziali concentrarsi su questo può rendere accettabile concreto e reale il fatto che la seconda esperienza sarà un altro paio di maniche maniche. Qualcuno banalizza dicendo che il secondo parto è più facile o che il secondo parto è più rapido.

Ecco su questo non sono pienamente d’accordo non mi sento di sottolineare questa semplificazione. Può essere più rapido mediamente è più veloce infatti anche le raccomandazioni OMS stimano il progredire del travaglio attivo da dai 6 cm di dilatazione la dilatazione completa in un tempo più corto rispetto a una primi parà cioè una donna che partorisce per la prima volta.

Ma non è così in tutti i casi perché il tempo di Travaglio è dettato da moltissimi fattori, non solo anatomici/strutturali. Il tempo dipende dagli ormoni quando sono liberi di esprimersi naturalmente quanto sostengono la contrattilità uterina è influenzato dal luogo nel quale ci si trova influenzato dalla posizione del bambino se ha già messo la testina al punto giusto per poter entrare nel bacino o sei molto alto e ancora non ho trovato la giusta flessione.

Può essere certamente influenzato anche dei pensieri della madre che ancor di più in questa seconda esperienza può avere dei freni legati ai suoi ricordi. Il mio primo consiglio quindi è quello di fare proprio il mio mantra ogni parto è a sè. Per poterlo fare è necessario elaborare la prima esperienza è necessario scriverla raccontarla ricordarla condividerla esorcizzarla, se è difficile farlo da sole si può trovare un aiuto nelle professioniste ostetriche o nelle psicologhe o psicologi.

Anche gruppi di pari, di donne in gravidanza o di neo mamme sono importanti nella rielaborazione della proprio primo parto. È una piccola parentesi sul dolore mi sento di farla anche personalmente e un po’ è trapelato anche dal racconto di Carlotta che parla delle contrazioni dolci quasi dolci del primo travaglio contrapponendole alla tempesta burrascosa della nascita di Lucio. L’intensità delle contrazioni e la percezione che ne abbiamo è influenzata anche dalla velocità con la quale il travaglio sta progredendo

Se il corpo si adatta e si prepara a lasciar nascere il bambino in poco tempo in due ore rispetto a quello che aveva fatto in 10 eh…è comprensibile che le sensazioni siano più intense.

Ultima pillola che voglio condividere oggi con voi rispetto alla nascita dei figli successivi al primo è una cosa di cui si parla veramente poco e che spesso sorprende le neo mamme bis. Sto parlando dei morsi uterini.

I morsi uterini sono contrazioni dell’utero che avvengono dopo il parto servono a ridurre il volume dell’utero a ridurre le perdite ematiche dette locazioni post parto e perdureranno per i primi giorni dopo la nascita del bambino o della bambina.

Mentre dopo un primo parto queste contrazioni passano in sordina e quasi non vengono percepite dalla puerpera di parti successivi si fanno via via ad ogni parto più intense e dolorose. Questo perché vanno ad agire su un utero che ha lavorato di più che può essere più morbido e rilassato e ha bisogno di contrazioni più efficace intense per ritrovare tonicità bloccare il flusso ematico e ridurre le sue dimensioni.

Quindi può essere normale nei primi giorni dopo il parto provare ancora delle contrazioni ogni tanto soprattutto in concomitanza della suzione del bambino al seno che stimolerà la produzione di ossitocina che l’ormone che stimola l’utero a contrarsi. Per ridurre lo stimolo doloroso ci si può aiutare con quelle tecniche che si usano anche durante il travaglio di calore il massaggio visualizzazioni digitopressione e qualora fossero invalidanti è possibile utilizzare anche dei farmaci analgesici compatibili con l’allattamento se la mamma sta nutrendo il bambino con latte materno.

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Ciao sono Dalila, di mestiere aiuto le madri a dare alla luce i loro bambini con me c’è Carlotta, che aiuta le parole a mettersi in fila e creare immagini.

Siamo qui, insieme, per tentare di raccontarvi che cosa accade quando un bambino sceglie che è il momento di vedere il mondo, o quando è la natura a scegliere per lui.

Grazie ai vostri racconti, vi porteremo lì dove accade la magia, dove da un corpo se ne creano due.

Siamo Dalila e Carlotta e questo è “Nasciamo tutti così”, primo podcast italiano di storie di parto. 



Grazie per aver seguito questo episodio, ringrazio ancora una volta Carlotta  per il suo prezioso racconto, grazie doppiamente per la cura verso la stesura degli episodi. 

E grazie di cuore a tutti voi che ci avete seguito in questa seconda stagione di nasciamo tutti così!

Se il podcast vi piace potete lasciarci una recensione tramite apple podcast, per contattarci o conoscerci meglio ci trovate su instagram come dalilaostetrica e ourlifewithblueblinds.

Alla prossima settimana con una nuova nascita!

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