#2. PODCAST | A pochi giorni dal termine, si rompono le acque – la storia di Priscilla

Podcast: Nasciamo tutti così
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#2. PODCAST | A pochi giorni dal termine, si rompono le acque - la storia di Priscilla
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NASCIAMO TUTTI COSI’ – #1 podcast italiano di storie di parto

Vedi l’episodio su YouTube, leggi la trascrizione più in basso

Trascrizione dell’episodio

Ogni mamma vive la propria gravidanza avendo, più o meno consciamente, un sentore di quando incontrerà il suo bambino, così a lungo immaginato.

Priscilla, la mamma di oggi, è sempre stata certa che quelle canoniche 40 settimane le avrebbe attese tutte, per intero ,dando alla luce il suo piccolo oltre la data prevista.

Il sentore di mamma però non è una scienza esatta, nulla di matematicamente esatto credo possa essere applicato ad un evento così magico come è,appunto,una nascita ed ecco quindi che poco dopo le mezzanotte , qualche giorno prima del termine, Priscilla si sveglia all’improvviso. il letto è completamente bagnato. le acque si sono rotte. il suo bambino è in viaggio verso di lei.

“ cercando di contenere l’emozione io e mio marito abbiamo radunato l’occorrente e ci siamo avviati verso l’ospedale scegliendo la strada panoramica, abbiamo passeggiato lungo il Tevere consapevoli che quella sarebbe stata l’ultima passeggiata in due”.

in tempo di Covid sono costretta ad entrare sola, il tempo passa ma il travaglio sembra non voler partire. E’ nel pomeriggio che finalmente le contrazioni iniziano ad intensificarsi. non è facile accoglierle senza mio  marito accanto e sembra un miracolo vederlo arrivare qualche ora dopo.

è lui il sostegno di cui ho bisogno. passeggiamo insieme nel corridoio proprio come poco prima abbiamo fatto sul fiume per raggiungere l’ospedale, stiamo diventando tre e lo stiamo facendo insieme. 

nella tarda serata arriva il momento di spostarsi in sala parto, e dopo tante ore mi sembra un vero traguardo.

come sulle montagne russe quelle contrazioni che apparivano così intense rallentano, ma nulla accade per caso e riesco così a riposare. mi serviranno forze di lì a poco.

I passaggi sono incalzanti. antibiotico, epidurale, ossitocina.

Arrivo così alla mattina seguente quando, invece di cedere alla stanchezza, ritrovo tutto il mio vigore e con esso  ritrovo  me stessa, una versione nuova di quella donna che conosco da sempre. 

 “Ogni spinta era una connessione profonda con il mio corpo, individuare il movimento giusto, gestire la respirazione e usare la forza dei muscoli mi dava una grande soddisfazione, mi sentivo orgogliosa di me stessa!”

questo orgoglio atavico mi conduce alle ultime spinte, da accovacciata. mio marito dietro a sostenermi, così come è stato capace di fare durante tutto il travaglio. in quel momento,in quella sala parto, non c’è nessuno all’infuori di noi.. ed un istante dopo eccolo. con noi c’è il nostro bambino.

“rimane la foto un po’ strana di noi 3 uno sopra all’altro come un piccolo totem: il papà sulla sedia, la mamma per terra e il suo bambino tra le braccia.”

Grazie a Priscilla e alla sua storia di nascita che ci ha donato oggi perché ci dà l’occasione di parlare di una raccomandazione molto importante sottolineata dagli studi scientifici e riportata nelle linee guida del ministero della salute che è quella di partorire in posizioni libere. È importante infatti che la donna venga lasciata libera di muoversi durante il travaglio per trovare il sistema migliore per gestire le contrazioni e che possa scegliere la posizione migliore per lei per agevolare le spinte. 

Oltre a questo input che il racconto di priscilla ci porta, mi ha colpito moltissimo tutto il suo racconto, sottolinea molto cose che capita di trovare spesso nei racconti di parto e mi dava tanti appigli per parlarvi di vari argomenti. Ad esempio il sostegno del suo compagno, che anche in tempo di covid nel quale viene spesso limitato l’accesso ad alcuni momenti, è potute essere presente e risorsa per lei. O potevo parlarvi di lunghezza del travaglio che spesso può sconfortare le future mamme, ma ho scelto di concentrarmi sul movimento in travaglio in questo caso senza dimenticare gli altri argomenti di cui avremo occasione di parlare in altri episodi grazie ai racconti che mi inviate.

Ecco, vi ricordo che il podcast si fa grazie a voi e alle vostre storie di parto. Se desiderate condividere la vostra esperienza perchè io possa farne un episodio, commentarla con voi e trarne spunto per informare i futuri genitori potete inviarla in forma scritta a storiediparto@gmail.com.

Parliamo un momento di qual è l’imprinting  che culturalmente abbiamo rispetto la scena di un parto insomma tutto questo immagine ci viene dal cinema dalla televisione forse da alcune immagini in qualche rivista o al massimo da un’illustrazione di un libro di scienze e tutte queste ci riportano una donna passiva stesa sul lettino ginecologico e quest’immagine ci devia sicuramente dall’ascolto che potremmo avere invece sui nostri personali bisogni e ci porta un po’ a riproporre quello che da sempre ci viene detto e ci viene fatto vedere.

Ma le scene in sala parto non sono queste ve lo posso assicurare le donne non partoriscono in posizione litotomica se sostenute a scegliere la posizione tra giusta per loro. In nostro aiuto per fortuna arriva il nostro cervello che nel momento del parto cambia…acquista nuove funzioni e ne silenziato altre che in quel momento non ci sono necessarie e non sarebbero per nulla funzionali nello specifico viene silenziato la corteccia prefrontale e si accende l’amigdala.  l’amigdala è quella parte profonda del nostro cervello che ci fa riconnettere ai nostri istinti e che ci fa quindi tralasciare i preconcetti che ci siamo costruiti nel tempo e ci permette di agire in una modalità molto più istintiva. per fortuna, grazie amigdala.

Partorite dunque come vi sentite, utilizzate le posizioni migliori per voi, potrebbe essere una posizione a carponi cioè a quattro zampe, potrebbe essere in posizione eretta,  potrebbe essere seduta sullo sgabello da Parto, potrebbe essere stesa: nel caso in cui desideriate stare distese  per recuperare le energie, magari perché sentite le gambe che non vi reggono per la stanchezza, provate a sperimentare la posizione sul fianco prima di stendervi a pancia in su questo perché stanno sul fianco si mantiene inalterata la perfusione uterina quindi arriva una buona dose di ossigeno al bambino e viene lasciato anche il bacino libero di muoversi. Tutto questo invece nella posizione litotomica, cioè distesa a pancia in su, è molto ridotto. 

Ma perché le raccomandazioni ci spingono a sostenere il cambio di posizione a ricordare la donna che può partorire così come si trova meglio?

 Perché questo è funzionale alla dinamica del parto infatti il bambino o bambina che sta nascendo dovrà fare dei movimenti, i movimenti cardinali, durante tutta la discesa nel canale da parto e durante il suo ingresso nel bacino alla sua discesa nel bacino alla sua fuoriuscita del bacino incontrerà infatti spazi con dimensioni diverse e per attraversare questi spazi dovrà effettuare delle rotazioni.

Per questo motivo in ogni momento del parto una posizione sarà più confortevole di un’altra e questo andrà a mobilitare il bacino rendendo anche al bambino la discesa più semplice. Ma ogni bambino sta affrontando quella discesa in un modo diverso, tutto suo, con una posizione diversa da quella che potrebbe avere il bambino nell’altra sala parto, perciò non esistono delle posizioni standard da utilizzare in una fase del travaglio del parto e che poi devono essere seguite da un’altra posizione standard. Non esiste un protocollo di posizioni ma proprio perché ogni mamma e ogni bambino sono una matrioska una dentro l’altra far assumere alla donna la posizione più antalgica per lei in quel momento la posizione che in quel momento preferisce è la soluzione.

E nel caso di analgesia vi chiederete…

Nel caso di un parto e di un travaglio con epidurale e con una scarsa sensibilità contrattile e dolorosa quindi un epidurale che ha tolto parecchio la sensazione sia di dolore che di premito, che da una parte porta sollievo così come ci si auspica nel momento in cui la si sceglie, ma dall’altra parte va dosata molto attentamente e non è sempre possibile indovinare il dosaggio perfetto per quella donna..in alcuni casi può accadere che si silenzi ciò che sta accadendo nel corpo e quando accade alla mamma resta sicuramente meno questo strumento di controllo sul suo travaglio. Viene un po’ silenziato sia il dolore che la capacità di adattarsi a questo dolore tramite le posizioni…in tal caso il consiglio che viene dato alle donne e ciò che è raccomandato fare e di incentivare il movimento e incentivare il cambio posizione.

Per cui magari verrà percepita meno una necessità da parte della mamma di adattarsi Ad una posizione specifica, ma il fatto di cambiare posizione frequentemente gioverà comunque alla dinamica del travaglio. quindi la mamma potrà essere invitata a stare un po’ in piedi a mettere un piede su uno sgabello dopo un po’ a cambiare piede sullo sgabello passeggiare un po’ per la stanza provare a stare un po’ seduta sullo sgabello tutti questi cambi di posizione porteranno beneficio alla discesa del suo bambino.

Nel racconto di Priscilla infatti abbiamo sentito la presenza dell’ostetrica nel suggerirle di cambiare posizione e nel guidarla a provare delle spinte in posizioni diverse. Tal volta una presenza ostetrica che guida è facilitante anche per travagli senza analgesia anche se nella maggior parte dei casi è più che sufficiente sostenere e supportare le scelte istintive della donna.

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Ciao sono Dalila, di mestiere aiuto le madri a dare alla luce i loro bambini con me c’è Carlotta, che aiuta le parole a mettersi in fila e creare immagini.

Siamo qui, insieme, per tentare di raccontarvi che cosa accade quando un bambino sceglie che è il momento di vedere il mondo, o quando è la natura a scegliere per lui.

Grazie ai vostri racconti, vi porteremo lì dove accade la magia, dove da un corpo se ne creano due.

Siamo Dalila e Carlotta e questo è “Nasciamo tutti così”, primo podcast italiano di storie di parto. 



Grazie per aver seguito questo episodio, ringrazio ancora una volta Priscilla per il suo prezioso racconto, grazie a Carlotta Cacicia che insieme a me cura con passione la stesura degli episodi.

E grazie di cuore a tutti voi che ci avete seguito in questa seconda stagione di nasciamo tutti così!

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Alla prossima settimana con una nuova nascita!

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