Contrazioni: quando andare in ospedale?

contrazioni quando andare in ospedale

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Sei a termine di gravidanza, tra 37 e 42 settimane e da un po’ sei in movimento, non trovi pace, perché sta succedendo qualcosa. Se hai riconosciuto che queste contrazioni sono “quelle giuste” resta con me così da scoprire quando è il momento migliore per andare in ospedale.

Questa conoscenza è una chiave importante per vivere serenamente gli ultimi mesi di gravidanza e soprattutto la prima fase del travaglio. Questa e tante altre informazioni importanti fanno parte del mio corso preparto online. Un corso on-demand che puoi guardare da sola o in compagnia, anche più volte per un ripasso last minute! 

Segnali preparatori del parto

Verso la fine della gestazione si presentano in molti casi alcuni segni e sintomi che indicano che il travaglio si sta avvicinando. Può essere soddisfacente osservarli e annotarli, ricordandosi che loro presenza o assenza non determinerà la lunghezza del parto, la sua facilità, né ci da una misura esatta di quanto manchi all’effettiva nascita. 

  • Perdita del tappo mucoso
  • La pancia che scende
  • Minor bisogno di fare la pipì
  • Miglior riposo notturno
  • Sbalzi d’umore o inquietudine
  • Contrazioni irregolari
  • Scariche di diarrea

Quando andare in ospedale

Il segnale che il nostro corpo ci da per capire che il parto si sta avvicinando è la presenza di contrazioni dolorose regolari. Questo ci aiuta molto a dare un senso alla sensazione di dolore che si prova quando l’utero si contrae: da un punto di vista evolutivo è proprio il dolore che ci spinge a cercare assistenza e protezione verso il parto. Questo non significa che se per un donna il dolore è insopportabile o insensato il ricorso all’epidurale sia sbagliato, né che chi ne faccia uso sia meno mamma di chi partorisce senza farmaci. 

Le contrazioni dolorose possono iniziare alcuni giorni prima della nascita ma diventeranno regolari solo in prossimità del parto, la distanza tra una contrazione e l’altra si ridurrà sempre di più fino al momento delle spinte.

Andare in ospedale in una fase di contrazioni irregolari può essere negativo e scoraggiante perché:

  • molto spesso non si viene ricoverate
  • ci si percepisce all’inizio di un viaggio del quale non si vede la fine
  • il ricovero in fase di prodromi è soggetto ad interventi medici non necessari

Ecco 2 dei consigli che do alle persone che assisto in gravidanza o che frequentano il Corso Preparto:

  1. segna l’orario delle contrazioni e la loro durata
  2. osserva le contrazioni per almeno un’ora di tempo in modo da verificarne la regolarità

Meglio se il tempo lo tiene qualcuno non impegnato a travagliare, o se lo farai tu, perché ti trovi da sola in quel momento, puoi utilizzare un’app per tenere traccia delle doglie.

Per rispondere alla domanda “dopo quante contrazioni andare in ospedale?” una regola molto facile da ricordare è: 6x6x6.

Che sta a indicare: contrazioni ogni 6 minuti,  che durino circa 60 secondi, per un’osservazione di 60 minuti.

Come tutte le regole in ostetricia è fatta per essere smentita perché partorire non è una scienza esatta, applicala con buon senso. Potresti preferire di andare in ospedale con le contrazioni ogni 7 minuti oppure ogni 5, potrebbero durare 54 secondi invece di 60, e così via. Ma tenere 6x6x6 aiuta la memorizzazione!

Se non hai rotto le acque potresti valutare di stare a casa un po’ di più, considerando anche la distanza che dovrai percorrere in auto.

In caso di rottura delle acque i tempi si accorciano perché nel caso in cui il tuo tampone sia positivo allo streptococco ti verrà proposta una terapia antibiotica da fare durante il travaglio. Per questo motivo se hai dubbi sulla rottura delle acque o ti sei accorta di averle rotte dovrai recarti in ospedale.

Gestire le contrazioni a casa

Prima di arrivare al travaglio attivo ti aspetta il primo pezzo di strada chiamato prodromi. La fase prodromica è molto soggettiva, è caratterizzata da irregolarità delle contrazioni sia come durata che intensità e da tempi molto diversi tra una donna e l’altra.

Non esiste un atteso scientifico/statistico su questa prima fase e per questo motivo ci si è accorti che assistere una donna in prodromi in ospedale fa aumentare maggiormente i rischi piuttosto che i benefici. Molto meglio restare tra le comodità della propria casa e attendere che il travaglio si regolarizzi!

Mentre sei a casa puoi usare questi primi doloretti per mettere in pratica tutte le strategie di contenimento del dolore che hai imparato nel Corso Preparto Online: respirazione, visualizzazioni, massaggi, posizioni, canto, parti da quello che ti viene più spontaneo. Hai una cassetta degli attrezzi bella piena di tecniche naturali e farmacologiche starà a te scegliere ciò che ti serve!

Ricordati di mangiare, bere e riposarti. Fin tanto che ti è possibile “fare finta di nulla” e distrarti anche questa può essere una strategia molto efficace.

Quando andare subito al pronto soccorso

Tutto ciò che abbiamo visto su quando andare in ospedale si applica nel caso in cui tu e il tuo bambino siate in buona salute. Se la gravidanza è stata problematica, a seconda della patologia, potrebbero averti dato indicazioni diverse.

Anche in caso di gravidanza normale e in buona salute ci sono alcuni segnali da attenzionare che posso farti anticipare il viaggio verso la sala parto.

Segnali per andare prima in ospedale:

  • perdite ematiche vaginali 
  • perdite di liquido amniotico non trasparente
  • dolori al torace e/o difficoltà respiratorie
  • pressione sanguigna alta, cioè superiore a 130/90
  • altri sintomi di malessere o dolore nelle pause tra una contrazione e l’altra
  • riduzione dei movimenti attivi fetali

Falsi allarmi

Proprio per le sue caratteristiche di irregolarità e soggettività i prodromi possono talvolta trarre in inganno.

Mi è capitato molte volte di accogliere in pronto soccorso ostetrico donne convinte di essere in travaglio attivo ma che durante il viaggio verso l’ospedale avevo visto scomparire tutti i dolori. A questo contribuisce anche la secrezione di adrenalina tipica del momento del ricovero, se il travaglio era realmente in fase attiva potrebbe trattarsi di un semplice pausa, dopo poco tempo dall’arrivo in ospedale le contrazioni dovrebbero ricominciare regolarmente. 

Molto spesso invece si tratta proprio di prodromi che per qualche tempo hanno avuto caratteristiche regolari e che hanno fatto credere a quelle donne di essere in travaglio attivo. Non c’è da sentirsi in colpa ovviamente, meglio sempre rivolgersi ad un professionista nel caso di dubbi.

Quello che può aiutarti ad evitare dei giri a vuoto è osservare la regolarità della contrazioni in un periodo di almeno un’ora.

Cosa portare in ospedale

Per essere pronta a partire nel momento in qui alle contrazioni ti daranno il segnale ti consiglio di preparare per tempo la borsa con tutto l’occorrente per l’ospedale, per te e per il tuo bambino o per la tua bambina. Non solo, anche chi ti accompagnerà in sala parto potrà aver bisogno di portare qualcosa per sé: una borraccia, una maglietta pulita e delle monete per le macchinette o per il parcheggio sono proprio gli essenziali.

Ho chiesto aiuto alla mia community su Instagram lanciando alcune domande e sondaggi nelle storie e così sono emerse le 3 cose più dimenticate dalla borsa del parto: 

  1.  documenti sanitari e personali
  2. il tuo cuscino, per riposare bene o per allattare più comoda
  3. il ventaglio o al contrario uno scialle (per sentirsi bene con qualsiasi temperatura)

E se partorisco a casa? 

L’eventualità è molto rara ma è importante sapere cosa fare nel caso in cui, a causa di un parto precipitoso, non ti trovassi nelle condizioni di spostarti in autonomia verso l’ospedale e la nascita avvenisse a domicilio in modo non programmato.

Claudia, una mamma che ha vissuto questa esperienza, ce lo ha raccontato qualche tempo fa. Senza svalutare il ruolo dei professionisti della nascita che sono molto preziosi sia nella fisiologia che in caso di urgenza, è utile ricordare che l’evento nascita è un’evento naturale e senza complicazioni nella maggior parte dei casi. 

Sebbene, seppur legale, non sia auspicabile programmare una nascita non assistita, nel caso in cui questa stia avvenendo ricordati che sia tu che il tuo bambino siete biologicamente programmati per farcela e presto arriverà qualcuno ad aiutarti.

Le cose da sapere:

  • chiama i soccorsi segnalando la nascita in corso e specificando l’epoca della gravidanza. I soccorritori staranno con te al telefono tutto il tempo per guidarti ed aiutarti mentre ti raggiungono.
  • avvicinati alla terra accovacciandoti o mettendoti a carponi, in questo modo sarà più facile prendere il bambino con sicurezza, puoi mettere un cuscino sotto di te se hai paura che cada.
  • i bambini nascono da soli. Quando è nato, prendilo, asciugalo avvolgendolo in un asciugamano. Rimuovi l’asciugamano bagnato e appoggialo al tuo petto e coprilo/copriti, in questi primi momenti il rischio è che disperda troppo la sua temperatura mentre tenendolo in pelle a pelle lo riscaldi. Mettigli anche un cappellino.
  • Attaccalo precocemente al seno, questa azione oltre a sostenere l’adattamento di tutti i sistemi del neonati, ridurrà la tua perdita ematica.
  • non tagliare il cordone, mantenere questo collegamento lo aiuta ad adattarsi al mondo extra uterino più facilmente. Quando nascerà la placenta tienila alla stessa altezza del bambino. Al contrario legare il cordone o tagliarlo con strumenti di fortuna non adeguatamente sterilizzati può portare ad infezioni.

Conclusione e link a risorse utili

Ora sai come capire in caso di contrazioni quando andare in ospedale e hai imparato come e perché gestire le contrazioni prodromiche a casa.

Puoi scaricare un’app per tenere il conteggio delle contrazioni.

Qui puoi trovare i miei consigli sulla preparazione della borsa parto.

Nel caso tu abbia qualsiasi dubbio sullo stato della tua gravidanza, del tuo travaglio, o del benessere tuo o del tuo bambino rivolgi le tue domande direttamente ad un professionista della salute. I miei consigli sono frutto di anni di studio ed esperienza professionale ma hanno carattere generico rivolgendosi ad un ampio pubblico.

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